Il carnevale in Sardegna: una festa particolare

Noi che amiamo vivere a colori il carnevale lo adoriamo . È senza dubbio la festa più pazza e variopinta dell’anno. Burle, maschere, divertimento e grandi mangiate, che cosa c’è di meglio?

Si festeggia in tutta Italia e ogni Regione ha proprie tradizioni. Venezia, Viareggio,Cento, Putignano, Oristano sono solo alcune delle tradizionali rassegne carnevalesche considerate tra le più importanti del mondo, ognuna con i suoi peculiari ed inimitabili riti.

In Sardegna il carnevale non è solo sfilate con carri allegorici ma è qualcosa di antico, di speciale, diverso da zona a zona e ricco di rimandi al mito e alla tradizione agricola dell’Isola. Su Carrasecare, così viene chiamato che tradotto dal sardo significa “carne viva da smembrare”. Questo termine rende bene l’idea di base del carnevale isolano, popolato di streghe e pazzi, figure spaventose, uomini vestiti da donne, cavalieri senza paura.

In alcune località della Sardegna viene rappresentato in modo particolarmente suggestivo, come in Barbagia a Mamoiada dove ogni anno si svolge la sfilata delle tipiche maschere dei Mamuthones e Issohadores, o a Ottana quella dei Boes e Merdules.

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A Oristano invece si celebra Sa Sartiglia una corsa equestre che si svolge nel centro storico della città con spettacolari quadriglie dove cavalieri mascherati, lanciati a tutta velocità, tentano di infilare in corsa una stella sospesa come auspicio di buon raccolto.

Nel nord Sardegna è famoso il Carnevale di Tempio detto anche Carrasciali Timpiesu, il più importante Carnevale allegorico dell’Isola e membro, come Viareggio, Cento e Fano, della Federazione Italiana Carnevali. Una manifestazione incentrata quasi completamente sulla figura di sua Maestà Re Giorgio che rappresenta il potere in tutte le sue forme. La manifestazione comincia infatti con l’entrata trionfale in città del Re Giorgio che viene per sei giorni osannato, onorato e adulato. L’ultimo giorno, il martedì grasso, colpevole di rappresentare tutti i mali della città, Re Giorgio viene processato e bruciato sulla pubblica Piazza e si chiude così il carnevale. Con l’antico rito del fuoco verranno scacciati tutti i guai che nel corso dell’anno si sono abbattuti sulla città.

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L’antico carnevale Ogliastrino invece rievoca riti legati ad antiche danze propiziatorie. Prende il nome di Maimone, in sardo Maimulu l’antica divinità fenicia della pioggia.

Oggi le maschere tipiche si trovano solo ad Ulassai anche se conserva solo in parte la manifestazione rispetto al passato. La maschera principale è su Maimulu, costituita da una grossa pelle e diversi campanacci sulla schiena. Su Maimulu viene seguita dalle maschere sa Ingrastula, sa Martinicca, il fantoccio su Martisberri, s’Ursu e un numeroso gruppo di Assogadoris. La manifestazione termina il giorno di martedì grasso “Martisberri” con la condanna al rogo del fantoccio.

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Durante il carnevale non possono mancare cibo, sapori e profumi della tradizione sarda. Da nord a sud, questo particolare periodo dell’anno, è caratterizzato da un’ampia varietà di dolci quali Zippulas, Meraviglias, Trizzas, Parafrittus, Uvusones e tanti tanti altri.  A queste prelibatezze non si può rinunciare, lasciamoci andare, concediamoci qualche peccato di gola perché sono tutte gustosissime e tutte,ma proprio tutte, vanno a creare l’atmosfera giusta per la festa. Una dolce atmosfera!

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Insomma il carnevale in Sardegna non è una festa come le altre e come cantava l’indimenticato Andrea Parodi, in una sua canzone intitolata proprio “Carrasecare”: in tempo di carnevale si dimenticano tutte le preoccupazioni quotidiane, sostituite dal divertimento e dalla compagnia. E la notte sarà invasa dal vento della primavera!

Buon Carnevale a tutti!